giovedì 30 settembre 2010

Qualche osservazione sui preti d'oggi

Il grande problema della Chiesa di Roma è che la grande maggioranza dei suoi ecclesiastici appartengono prima allo Stato ospite e solo dopo alla Chiesa. Un prete a cui è affidata una diocesi a, poniamo, Milano, è un appartenente alla Chiesa prima di tutto. Solo in seconda istanza è anche un cittadino italiano, del comune di Milano, se proprio si vuole. E ciò vale per qualunque ecclesiastico in qualunque parte del mondo. Pertanto, il prete deve rendere conto unicamente alla Chiesa, non ai politici dello Stato ospite, dai quali non deve dipendere in alcuna maniera.
Come per la filosofia, e per certi aspetti anche per l’Arte, anche per la Chiesa è stato il Novecento a produrre i risultati peggiori. In fondo, la si può anche capire. Attaccata su più fronti, persi gran parte dei privilegi e delle proprietà che da secoli aveva, trovatasi in un mondo in veloce cambiamento che all’improvviso sembrava aver perso Dio, non ci si può stupire più di tanto se era ansiosa di accogliere dentro di sè i vari movimenti in teoria ecclesiali e i nuovi ordini religiosi che stavano sorgendo, dopo una resistenza e una critica alla fin fine inifluenti. Aveva bisogno di organizzazzioni che tirassero dentro i giovani, che fossero presenti sul territorio a contatto con le nuove generazioni, per non perdere del tutto il terreno guadagnato in tanti anni. Purtroppo queste nuove organizzazzioni hanno in fretta tradito la Chiesa, creando, per così dire, una chiesa nella Chiesa. Ovvero, prima viene il movimeto o l’ordine, quel che sia, e solo dopo viene la Chiesa, quando la Chiesa dovrebbe esser prima di tutto. Se il Vescovo indice un incontro, e nello stesso giorno c’è un ritrovo del movimento/ordine, a quanto pare si preferisce il secondo al primo, il che è assolutamente folle. Si alleano con i politici, instaurando una convivenza troppo stretta. Se è vero che uno di questi movimenti ha accolto l’arrivo di Berlusconi con "Tu sei la luce! Ecco la luce!" è indizio della gravità della situazione. E dico questo non perchè sono antiberlusconiano, ma perché porre un politico, chiunque sia, come la luce è quanto mai grave e sciocco, anche se il Duce non avrebbe nulla da ridire…. Inoltre a me pare che questi movimenti/ordini abbiano una teologia loro e un Credo loro, che non sempre coincidono con quelli della Chiesa.  
Un ecclesiastico non dovrebbe essere di sinistra, di destra, o antiberlusconiano ecc. Politicamente, deve essere della Chiesa. E’ intollerabile che un prete abbia idee di sinistra o di destra. Deve avere idee ecclesiali.
La Chiesa di Roma dovrebbe iniziare con più forza di quella odierna a troncare i rami marci alle sue appendici, eliminando chi antepone alla Chiesa altri interessi e altri poteri. Vuol dire perdere una fetta, più o meno grossa non saprei, di fedeli? Probabile. Ma, in fondo, forse non perde propriamente qualcosa, dato che costoro non sono fedeli alla Chiesa, ma al proprio movimento/ordine.
 
Al giorno d’oggi, c’è una libertà di pensiero troppo vasta per i preti. E non c’è uno strumento veramente valido per tenerla sotto controllo. Ormai i Luteri si moltiplicano, perché non si possono più mettere al rogo e non c’è più un imperatore che muova loro guerra. Allo stesso tempo, di preti o religiosi di una diocesi che invoglino i giovani a rimanere e a partecipare, ce ne sono molto pochi, da quel che ho potuto vedere. Tanto per fare un esempio, il prete della mia diocesi ha perfino fatto andar via il coro della chiesa (che era anche abbastanza rinomato), perché non ci andava d’accordo, e ha sempre mostrato un ben piccolo appoggio agli scout FSE presenti (per quanto il movimento scout sia terribilmente pieno di macchie e impurità, è sempre meglio di atri movimenti). Non è una persona con cui si può facilmente presentare i propri problemi e le proprie domande di fede. Un francescano a cui chiedevo spiegazioni riguardo alla condizione "una disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale" relativa all’Indulgenza della Porziuncola, mi ha risposto in fretta e in modo non troppo gentile, almeno secondo me, come se stessi avanzando dubbi sulla validità dell’indulgenza.
E, contrariamente a quanto alcuni pensano, i preti giovani non sono una soluzione a questi problemi, almeno non del tutto. Molti di loro hanno una tendenza ad avere troppe idee politiche, o da una parte o dall’altra, e anche loro tendono ad avere una teologia propria e sembrano perfino, a volte, condividere critiche e attacchi alla Chiesa fatti dai non appartenenti al cattolicesimo.
 
La Chiesa ha bisogno di tutto l’aiuto di Dio in questo momento.
 
 
(2 Settembre 2010)

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