giovedì 30 settembre 2010

I Monaci Miira

Nel Nord del giappone esistono da molti secoli questi Monaci, chiamati Miira (parola che probabilmente deriva dalla parola portoghese per mirra e che non centra assolutamente con questi religiosi orientali). Essi hanno una particolarità alquanto singolare: i loro grandi asceti, santi amati e adorati da migliaia di fedeli, sono delle mummie. E sono mummie risultanti da un processo di automumificazione.
Il monaco si ritira per un periodo di circa 5 anni nelle grotte e valli di una montagna sacra e lì vive in preghiera e meditazione, nutrendosi di aghi di pino, radici e pinoli, bevendo pochi sorsi d’acqua al giorno e compiendo un bagno rituale al giorno sotto una cascata. Tornano, dopo questo lungo lasso di tempo, al loro monastero e ivi prendono, per tre anni, una pozione che provoca diarrea e abbondante urinazione, oltre ad avviare processi complessi interni all’organismo. La pelle si secca, l’acqua viene a mano a mano estirpata dal corpo, l’ascesi mistica diventa sempre più elevata. Dopo questi tre anni, si fanno seppellire vivi in una fossa, dentro una cassa, con un solo buco per l’aria. Nella cassa sono messi nella posa della meditazione e molti di loro si fanno legare, in modo che un eventuale improvviso colpo di testa non li faccia perdere la posizione. Hanno una campanella, che suonano a intervalli regolari. Quando non si ode più il suono, gli altri monaci coprono del tutto il luogo ove si trova il loro confratello. Per altri tre anni quel luogo e quel monaco vengono ignorati, non si parla di lui e si evita il luogo dove è sepolto, quasi non fosse mai esistito.
Allo scadere del terzo anno, una solenne processione di monaci, scortata da una folla fedele, va alla "tomba" e dissepelisce il monaco. Se il corpo si è decomposto, allora paura e terrore pervadono gli astanti, poichè vuol dire che il monaco non è riuscito a raggiungere la perfezione ed è ora uno spirito inquieto, invidioso e vendicativo. I monaci quindi compiono un rituale per pacificarlo e bruciano il cadavere.
Ma se invece il corpo nella "tomba" si è conservato intatto, è una mummia quindi, oh! Giubilo, ammirazione, devozione! La mummia viene estratta e portata con ogni onore al monastero, dove i confratelli finiscono la mumificazione iniziata dal monaco, cospargendo il corpo con un tipo di vernice, o ricoprendolo d’oro (questo in particolare in Cina) o facendolo essiccare completamente con fumi vari. Poi viene vestito con vesti suntuose e posto su un altare, all’adorazione dei fedeli.
Quella mummia è il Buddha nel suo corpo di carne; è il corpo perfetto, e il santo è in eterna contemplazione del Superiore, nel suo corpo perfetto. Sono "sokushinbutsu", dei " Buddha nel loro proprio corpo". Hanno raggiunto la perfezione e la santità.
 
 
(9 Ottobre 2009)

Nessun commento:

Posta un commento