mercoledì 29 giugno 2011

Un orso vale quanto un uomo

Sono Ohana, quella vera, senza pregiudizi. Animali, uomini o extraterrestri sono tutti alla pari. Gli umani non sono superiori. Solo così si può essere una vera famiglia-Ohana. Dove nessuno viene mai abbandonato o dimenticato..e dove essere un orso vale quanto essere un uomo!...”.

Per curiosità, in un momento libero ho guardato su you tube il film della Disney “Koda fratello orso 2” (perlomeno mi pare che sia il titolo). Uno dei commenti al film di uno degli utenti di you tube è quello sopra riportato.
Ora, se essere un orso (o un qualunque altro animale) vale quanto essere un uomo, vuol dire una delle due seguenti cose: non si deve uccidere nessun animale, compreso l’uomo, poiché hanno tutti pari diritti, essendo uguali, nemmeno per nutrirsi; o uccidere un pollo o un bambino per mangiarsi un arrosto è la stessa identica cosa.
Spero che appaia ovvio quanto entrambe le affermazioni siano ridicole e pericolose.
Praticamente ogni cultura sul pianeta riconosce all’uomo un posto speciale, un essere particolare, perfino quelle culture che sembrano più vicine alla natura. Difatti, siamo noi contemporanei occidentali ad esserci costruiti da soli l’immagine di popoli, come gli Indiani d’America, che vivevano in perfetta armonia con la natura, un tutt’uno incontaminato e puro. E siamo sempre noi ad esserci convinti che gli animali provino sentimenti e pensino come un uomo: li abbiamo umanizzati. Purtroppo, perfino nei documentari trapelano queste convinzioni. Ad esempio, in un quache programma che vorrebbe passare per scientifico (non ricordo quale), tempo fa raccontavano di un tizio che aveva salvato un coccodrillo quando era ancora piccolo e ora i due pare che vivano in amore e d’accordo; lo scienziato interrogato al proposito ha affermato che gli animali sempre ricambiano l’amore e la bontà verso di loro. Tuttavia, è impossibile che un rettile lo faccia. I rettili non hanno l’intelligenza per arrivare a comportarsi come un mammifero. Un cane si affeziona al padrone, ma non come un uomo si affeziona a un altro uomo, bensì per l’istinto del branco; un rettile no. Quando il coccodrillo avrà fame si mangerà il suo amato padrone.
E’ successo a molti di quelli che si ostinano a tenere in casa, libero, uno dei grandi serpenti costrittori (boa e pitoni soprattutto): a un certo punto, il serpente inizierà a dormire, o comunque a stare, completamente disteso, cosa apparentemente non naturale. Al padrone stupefatto viene spiegato dal veterinario che il rettile sta prendendo le misure per mangiarselo.
I rettili (e, a maggior ragione, gli insetti, i pesci, e tutti gli animali non mammiferi) non sono sostituti del cagnolino. E il cagnolino non è il sostituto di una persona. Le persone parlano (gli animali non parlano come parla un uomo, è un linguaggio del tutto diverso di cui l’uomo ha l’esclusiva), operano scelte con una libertà che gli altri mammiferi se la sognano, provano sentimenti e sono capaci di controllarli, sono in grado di astrarre, ragionare, ecc. Un credente direbbe che l’uomo ha l’anima (e un credente di una qualche altra cultura avrebbe altri termini per esprimere la medesima differenza). Gli Orokaiva hanno un rapporto molto stretto con i maili, tanto che i cuccioli vengono allattati dalle donne e sono, in molti sensi, considerati bambini. Eppure, sono i bambini umani infine ad uccidere i maiali e distribuirne la carne agli abitanti del villaggio dopo i riti di iniziazione, perché il maiale è solo maiale, mentre l’uomo è sia maiale che uccello (gli uccelli rappresentano gli spiriti), e, dopo la morte, sarà solo uccello. 
La vita di un animale non può mai, in nessun caso, valere tanto quanto quella di una persona (e con persona si intende sempre un essere umano). Ciò non significa affatto giustificare il maltrattamento degli animali, la loro caccia senza ragione, o la caccia fino all’estinzione. La Genesi è piuttosto chiara in proposito: l’uomo dà il nome agli animali, il che vuol dire che li domina, ma ne è anche responsabile. Ma se una specie animale diventa pericolosa per determinai motivi, è giusto combatterla: in India muoiono ogni anno moltissime persone per il morso del cobra dagli occhiali, lì molto diffuso e amante delle case.
Inoltre, come la mettiamo con i batteri? Sono vivi, tutto sommato, eppure molti di loro sono dannosi per l’uomo. Non dovremmo combatterli?
Volendo poi allargare la cosa, allora anche le piante sono vive: moriamo tutti di fame in modo da non far soffrire né animali né piante mangiandole?
Anche gli extraterrestri sono alla pari con gli uomini: ciò è vero, a condizione che gli extraterrestri siano creature simili agli umani, ovvero dotati di tutte quelle caratteristiche che anche gli umani hanno. Perché extraterrestri sul nostro pianeta ce ne sono stati, se vogliamo: dei batteri, arrivati con degli asteroidi e, secondo una teoria scientifica, anche i virus potrebbero essere arrivati sulla Terra in maniera simile. Tali tipi di extraterrestri non possono essere comparati all’uomo.

Ritenere che vi siano culture con un legame più stretto con la natura rispetto a quello che ha ora la nostra cultura occidentale è certamente vero, ma è falso ed è errato credere che ci siano culture che considerino tutto alla stregua. La cultura è sempre frutto dell’uomo e, di conseguenza, ha sempre l’uomo al suo centro.
Al giorno d’oggi l’occidente guarda al passato ed elabora miti e fantasie da attuare nel presente: i culti neopagani che nulla hanno a che fare con la religione greca antica; questa specie di sciamenesimo importato dalle culture Indiane d’America, in cui uomo e mondo animale si confondono, senza capire niente di quel che le culture degli Indiani d’America erano; le pratiche Buddhiste e i credi orientali importati in occidente, spogliati di tutto il loro vero significato. Stiamo compiendo uno scempio, dettato dalla nostra ignoranza, presunzione e dal crollo della nostra cultura.


Quanto al termine Ohana: “Parte della cultura Hawaiana, ‘ohana significa famiglia in senso esteso del termine, che include la relazione stretta, adottiva o intenzionale. Essa enfatizza l'idea che famiglia e amici sono uniti assieme, e che devono cooperare e ricordarsi gli uni degli altri.” (da Wikipedia).

Prima di scrivere che qualcosa mostrato in un film è Ohana, bisognerebbe compiere uno studio di tipo antropologico su che cosa veramente è la famiglia di tipo Ohana per la cultura Hawaiana. Purtroppo, non ho letto nulla al proposito, ma se mi capiterà aggiornerò (pertanto non è escluso che sia quel che è espresso, sebbene quel che Wikipedia ci dice non lo lascia pensare. Ma Wikipedia non è una fonte sicura).

Fra parentesi, quel “Sono Ohana” dell’inizio del commento è riferito, credo, non alla persona che ha scritto il commento, ma alla scena finale del film, in cui i personaggi formano una famiglia unita di orsi (anche se due di loro in teoria erano uomini) amica del villaggio di uomini.

1 commento:

  1. Ti segnalo il nuovo blog di una nostra vecchia conoscenza (Alberto) in cui si affronta una tematica simile: http://lostranoanello.wordpress.com

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